
"Parracine” e grotte scavate nel tufo verde
Passeggiando per le strade della nostra isola ci si imbatte spesso in alcune costruzioni caratteristiche che conformano un paesaggio singolare. Oltre all’utilizzo prevalente del tufo verde, pietra madre delle nostre abitazioni, i muri di contenimento a secco, le cosiddette “parracine”, sono elementi tipici di Ischia. La storia di queste ultime ha radici molto profonde, già Omero parla di questi muri nel ventiquattresimo libro dell’Odissea, che servivano per contenere terreni o anche per delimitare le abitazioni e le proprietà.
Precisamente nel grande poema che racconta la storia dell’eroico Ulisse e le sue interminabili avventure si narra che nella casa di campagna di Laerte e nell’orto circostante Ulisse non incontrò alcun servo del vecchio padre, in quanto questi si erano recati a raccogliere le pietre per costruire un muro alla vigna.
Sono costruzioni che non si sono perse nel tempo e che sono diffuse in chissà quanti luoghi al mondo.
Nel secondo dopoguerra lo stato italiano né retribuiva la ricostruzione o la nuova costruzione per favorirne la diffusione e molti ischitani e panzesi si cimentarono in un periodo di difficoltà lavorativa proprio al recupero di questi elementi tipici del nostro paesaggio. Il termine “parracina” non ha un corrispettivo nel dialetto napoletano e non se ne conosce precisamente l’etimologia.
La maestria del sovrapporre pietra su pietra calcolando le angolazioni di ciascuna di esse e senza utilizzare malta o cemento ha quindi origini antichissime.
Si tratta tuttavia di realizzazioni che risentono in particolare del tempo e degli eventi metereologici soprattutto le piogge insistenti, è capitato più volte infatti che ne franasse qualcuna o piccole parti e subito si partiva insieme per riparare rapidamente il danno.
Altro elemento caratteristico dell’architettura rurale isolana solo le grotte scavate nel tufo verde.
Anzitutto il tufo isolano è diverso da quello vicino napoletano e dall’area flegrea, definito tufo giallo, le diverse caratteristiche e il colore sono determinati da elementi chimici differenti che hanno interessato le eruzioni vulcaniche nelle due diverse aree, benché collegate.
Il tufo è una pietra molto friabile e ad Ischia si trovano ancora pochi esemplari di case scavate nel tufo, molte invece sono le grotte che servivano sia agli agricoltori, allevatori per ripararsi e per lasciare in loco tutto l’occorrente per il lavoro quotidiano sia nei periodi di guerra sono state un valido rifugio contro le bombe lanciate dagli aerei: i nonni ci hanno raccontato più volte che trascorrevano tutto il giorno nei campi con i genitori e non appena si sentivano gli aerei sorvolare l’isola correvano a nascondersi nelle grotte che diventano un riparo sicuro, più della stessa casa.
Infine molte cantine ischitane sono scavate nel tufo completamente a mano e quando si vive l’esperienza di visitarle si sente tutta la fatica e il sudore del lavoro per plasmare la natura nel modo meno invasivo possibile, un concetto di responsabilità verso il mondo ben vivo all’epoca.
Questi rappresentano gli elementi cardine della nostra architettura rurale e rendono il paesaggio di questa isola singolare per molti aspetti, da un lato sicuramente emergono le bellezze paesaggistiche, la flora mediterranea e i paesaggi mozzafiato, dall’altro tante costruzioni, ripari, grotte scavate nel tufo che rendono anche magico il nostro territorio grazie ai racconti dei nostri familiari e alla nostra sempre fervida immaginazione!